Chiacchieravo con un amico di lingua e dialetto. Da sempre lui viene e poi fugge, attirato e respinto dalle sue radici. Ora ha un progetto che lo porta a leggere dei sonetti in romagnolo, la lingua dei nostri nonni e, un po' meno, dei nostri genitori. Leggere in questa lingua (potete dirmi che è un dialetto, ma l'italiano i miei nonni l'hanno imparato da adulti, quella era la loro lingua madre) lo ha portato a capire meglio la sua terra. E anche io ho fatto alcuni pensieri. e poi?
Com’è accoccolante questo treno.
Com’è accoccolante questo treno. Peccato che i treni non facciano il solletico. Tutti i giorni in questo treno incontriamo delle persone, ma le loro labbra non parlano con il loro cuore, che peccato! e poi?
Una tranquilla domenica da fate lurdére.
Alzarsi alle 7.20, che le altre mattine ci vogliono le bombammano a tirare giù Alice dal letto, ma la domenica no. La domenica un pugno secco sul naso mentre si stira e poi l'urlo sottovoce (questa è perversione) all'orecchio: Mammhaaahhh è luceeee, andiamo giù a fare merenda? Voglio i pandistelle. Pannnatelle! Fa eco la sorella che entra sbattendo la porta contro il cassettone, in una coordinazione (rumorosa) tra personaggi che quando la vedi nei film dici Seeee, e invece, vedi? Succede proprio così. e poi?
Il ritorno della mammaminkia.
Cosa devo fare? Queste due mi fanno ridere. Di gusto. Di pancia. e poi?