Ricordo benissimo i Natali di quand'ero piccina, la gioia di essere a casa con la mia mamma per tanti giorni (faceva l'insegnante, quindi a casa anche lei per le vacanze), il senso di magia, l'attesa per l'apertura dei regali, blablabla. Poi come un po' tutti ho perso il senso per la strada. Vedevo solo un carrozzone colorato e la musica per la strada che ti dice che è Natale, che ti devi sbrigare, che ancora devi fare tanti troppi regali, blablabla. Ma non vedevo l'ora di avere dei bambini per recuperare quella magia lì, piccola, intangibile, l'odore di nuovo, il rumore delle e poi?
Natale è anche: la nascita di una madre
Certo mi rendo conto che il nuovo nato ha oscurato, ed è proprio il caso di dirlo vista la sua “luminosità”, il resto della famiglia, ma una volta tanto vogliamo festeggiare un fatto che passa sempre in secondo piano? La nascita di un bambino è sempre la nascita di una madre. E che madre è nata oggi, a occhio e croce 2012 (o forse 2018) anni fa! Come è da aspettarsi da una cultura occidentale di stampo patriarcale, il racconto del parto di Maria non è stato tramandato. Nell’evoluzione della dottrina cattolica la figura di Maria ha assunto una ambivalenza che tuttora permane e fa molto e poi?