Ci tengo a sottolineare che questa foto non è la mia*.
Wake up where the clouds are far behind me
Where trouble melts like lemon drops
Avevo già in bozza un post in cui mi lamentavo abbastanza diffusamente delle mie recenti sfighe.
Poi invece.
Stamattina all 6.50 non so perché, invece di spegnere la sveglia del mio compagno, farfugliare qualche suono indistinto interpretabile con un pizzico di fantasia e buonsenso come “buongiorno” e girarmi dall’altra parte aggrappata al piumone e agli ultimi scampoli di sonno, ho detto “mi alzo anche io”.
E l’ho anche fatto (qui voglio la ola).
Sono scesa con lui piano, che le scale di legno scricchiolano e non vogliamo svegliare le bambine.
Lui ha aperto il portone, io ho messo su l’acqua per il suo caffè e il mio tè. Gesti quotidiani, così ben oliati. Fuori era ancora buio, poi il primo raggio di sole. Un bel buongiorno detto con le vocali e le consonanti al posto giusto, e occhi negli occhi.
A che ora sei tornato stanotte. Tu e Alice vi siete divertite? Si è addormentata sul pavimento del bagno (questa ve la racconto poi, prometto).
A che ora torni? Tu cosa fai stamattina cosa mangiamo stasera vado io o vai tu a prenderla al nido scongela il brodo per Dalia. Tutto sussurrato, tutto intimo. Parole quotidiane, ma parole d’amore, che parlano d’amore, che raccontano l’amore quotidiano delle nostre cure reciproche.
Un bacio sulla porta e 5 minuti solo per me, in bagno da sola. Al piano di sopra un vagito e subito dopo un gorgoglio. Nghé nghé. E poco dopo una vocina squillante “Mamma dove sei? Io ho dorrrrrmito tantissimo”. Oggi un cambio di ruotine, vesto le bambine insieme, le porto giù insieme, faccio il latte per entrambe. Mentre tengo il biberon di Dalia ascolto Alice che canta “A mille ce n’èèèèè, nel mio cappuccetto rosso di fiabe da nannàààà, venite commmèèèèè, nel mio cappuccetto rosso per sognàààà”.
Eccolo. Il mio momento di felicità perfetta. Lo fotografo nella mente e lo tengo stretto. Si parte per l’asilo, viene la nonna che stamattina non sta bene ma non si vuole perdere questo inizio di mattina delle sue tre bambine “metti poi che oggi c’è veramente la fine del mondo e ci dobbiamo separare?”.
Lasciata Alice tra le braccia accoglienti della sua dolcissima maestra, salgo in macchina, mi butto nel traffico, accendo la radio. Parlano troppo stamattina, e solo dei Maya.
Passo agli mp3, metto il shuffle.
E il caso (il caso?) mi regala questo
Il testo è qui.
Ecco, fottutissimi Maya, che il meteorite mi colpisca ora. Sono felice.
Ah, e grazie, fottutissimi Maya.
Magari oggi mi avrei potuto girarmi dall’altra parte aggrappata al piumone e agli ultimi scampoli di sonno, poi alzarmi di corsa, sgridare Alice perché fa troppi capricci non si può stare sul vasino tutta la mattina sbrigati che facciamo tardi bevi tutto il latte prima il latte e poi le uvette ho detto di no.
E invece.
* Certo sono un po’ appesantita dalla recente gravidanza. Ma ho detto un po’. Questo invece è il grandissimo, e si vede, Israel Kamakawiwo’Ole
Roberto says
TI AMO!
Siro says
Arrossisco…
caia coconi says
a sto giro mi fai piangere te!
Siro says
Oddio Caia, mi hai fatto prendere un coccolone, non mi aspettavo un tuo commento. Grazie mille per essere passata nella mia casa nuova, ancora c’è disordine 😉