Sentirsi donna, a tratti lupo.
[…] Sato è rimasta fuori, nella neve, fissa un punto e sembra parlare sottovoce. Indica un avvallamento del terreno. Spiega che questo era un luogo sacro già prima che arrivassero i cristiani a edificare la chiesa. Qui i sami celebravano i loro rituali. Incontravano le creature del sottosuolo, in tutto simili a noi, spesso anzi la metà mancante alla quale riunirsi dopo aver cercato invano nel mondo di sopra. Ma soprattutto qui era possibile compiere la trasformazione da uomo o donna in animale. Sostiene che ognuno di noi ha dentro una natura diversa e bestiale, in senso buono. A volte è addirittura prevalente e ci impedisce di realizzarci come esseri umani perché vorremmo andare controcorrente come salmoni, isolarci come orsi o vagare in cerca di sensazioni come lupi. Piuttosto che fallire come persone, i sami potevano scegliere di (ri)diventare animali: qui ne avevano l’occasione. [L’ultima chiesa sulla terra. Gabriele Romagnoli.]
Viene voglia di andare in Lapponia, mettersi in quel buco. Vedere che succede. Vedere se veramente divento un lupo. Se mi crescono fragole intorno.
Nonno, nonno, posso farti una domanda sulla nostra vita di pesci del mare? Perché ogni tanto qualche compagno scompare?
Perché è stato preso dalla rete del pescatore.
Ma ce sarà un modo per non farsi acchiappare?
Bisogna sapè distingue la luce delle stelle da quella delle lampare.
Ogni tanto succede che leggi una cosa, senti una canzone, nel tuo cervello si legano, creano un senso, ti spiegano un tuo sentire. In fondo anche Esopo la pensava uguale. E io credo che mi rileggerò le Metamorfosi di Ovidio, mentre fuori la natura si trasforma, e il mio lupo butta fiori di fragole dalla pelle.
Tu, che animale ti senti? Un premio a chi mi risponde la scimmia porporina.
In apertura: illustration by ANNA & ELENA BALBUSSO
Le immagini in galleria sono (complete di credits) sulla mia collezione di lupi Pinterest.
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