E alla fine anche questo lunedì è arrivato.
Babbo Lupo è tornato al lavoro, dopo 3 mesi e mezzo di maternità*.
Il risveglio oggi è stato strano per tutti.
Io mi sono svegliata e tu non c’eri. Mi sono fatta il caffè da sola, guardando quest’alba gelida.
Per prima si è svegliata Dalia, ho sentito il cancellino in cima alle scale che scricchiolava. Sono andata a prenderla e si è abbandonata, assonnata, sulla mia spalla.
Hai ancora sonno amore? Ti faccio il latte?
Shhhh mamma! Babbo a nanna.
No amore, il babbo è a lavorare.
Babbo??? V’è???
Ha girato tutta casa ripetendo sottovoce “Babbo, v’é?”.
Poco dopo si è svegliata Alice. Mamma posso andare a svegliare il babbo? No amore, il babbo è a lavorare. Però torna, vero?
In macchina, verso la scuola, abbiamo acceso subito la musica, abbiamo cantato “I due liocorni” ridacchiando.
Mamma, mamma, abbassa la musica, devo dirti una cosa importante.
Dimmi, Alice.
Io sento l’odore del babbo. Forse si è seduto in macchina stamattina, io sento il suo profumo. Così ci accompagna un po’ a scuola anche lui.
Coraggio amore mio. “Per ogni fine c’è un nuovo inizio”: viene dal piccolo Principe, è un grande insegnamento, se ci pensi. Questi tre mesi e mezzo sono un tesoro grande, per te e per le bimbe. Il tempo è finito, ma qualcosa vi lascia dentro, quello non finisce.
Sorridi e vai avanti, noi siamo qui ad aspettarti.
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* Sì ho scritto maternità. Così c’è scritto sulla busta paga. Trovo che questa dicitura la dica lunga.
Non esiste la parola “Paternità” nelle diciture da mettere in busta paga. Se non c’è la parola vuol dire che non c’è la mentalità, alla base. Che se più padri potessero beneficiare di un congedo di paternità con le stesse condizioni della maternità penso che sarebbe un gran passo avanti per tutti.
Per le mamme, che tornerebbero al lavoro più serene, starebbero a casa di meno, magari ritroverebbero anche la loro sedia e i loro compiti, una volta tornate in ufficio.
Per i papà, che potrebbero avere un’occasione unica di godersi un tempo diverso, come quantità e qualità, insieme ai propri figli.
Per i figli, che avrebbero due indubbi vantaggi, uno pratico e uno teorico. Il pratico non ha bisogno di spiegoni, ma il teorico forse sì, visto che non ci pensa nessuno: anche da qui passa il buon esempio di parità in famiglia. Parità di opportunità, oltre che di divisione dei compiti. Perché solo la madre deve avere diritto a stare a casa dal lavoro per accudire i figli?
A casa mia mamma e babbo pari sono. Sia nella cura della casa che delle bimbe. Nella pratica e nell’affetto. Le mie figlie cercano il babbo quanto la mamma.
Forse nemmeno tutte le mamme sono pronte ad accettare il fatto di abdicare dal senso di potere che ti dà essere “la mamma è sempre la mamma”.
mammainse says
Uuh che argomento spinoso.
Si’ e’ tutta una questione di mentalità’. Va da solo che nelle nazioni illuminate del nord europa, la paternità se la prendono un po’ tutti, così’ come e’ normale per un uomo prendersi un “sabbatico” per seguire la moglie nei cambi di carriera.
Insomma, parità a 360 gradi e poi anche le donne saranno felici di abdicare in favore del papa’ il monopolio di casa e bambini, gestione di malattie, compiti, sveglie notturne etc etc etc.
Siro says
Che ridere mi fa vedervi con questi avatar. Siete più belle dal vivo, lasciatevelo dire.
Eh, i paesi nordici. Dici che questa arretratezza è il fio che dobbiamo pagare per godere di cotanto clima (che poi io sto nella bassa padana, manco fosse Ischia!)?
In Inghilterra com’è? Rientra fra i paesi nordici?
precariamamma says
sniff
Roberto says
Il cielo è sereno, ma il mio viso si sta bagnando! Non è pioggia… Vi AMO!
Siro says
Hai visto che sei sopravvissuto al primo giorno? Dai, adesso il resto della vita è in discesa. 😀
La Giulia says
Voi, inteso come la vostra famiglia, siete troppo avanti!!
Siro says
Noi siamo troppo matti 😀
Visto che ci hai visti dal vivo puoi confermare. Di una in particolare poi…