Interno, ore 8.40 di un giorno festivo, dopo una notte insonne.
Lei si sta mettendo le scarpe, lui cerca invano di domare una rissa tra due scimmie urlatrici.
Lei: vado in ufficio.
Lui: ma anche oggi?
Lei: sì. Hai presente la storia che quando sono a casa vorrei essere in ufficio e quando sono in ufficio vorrei essere a casa?
Lui: ah beh sì. La questione dei sensi di colpa.
Lei: no, la questione del rompimento di palle.
Il giorno festivo è la soluzione ideale. Bimbe a casa, mamma in ufficio. Da sola, nessun telefono che squilla, nessuna urgenza da risolvere per l’altroieri.
Silenzio. Mi sono anche chiusa dentro.
Anche lui ha capito. Ha smesso di lottare con i nonni e le ha lasciate con loro al parco. Torna a casa a fare il pane.
La mamma in ufficio e il babbo a casa in congedo di paternità, a fare il pane. Il mio amico Daniele ha commentato questa foto così “da vendere a Barilla subito, nuda e cruda. Ne hanno tanto bisogno.”
Buone feste allora, io mi metto al lavoro.
P.s. la foto è di qualche giorno fa. Le gioie del liberoprofessionismo: in ufficio quando non c’è nessuno, a casa quando l’ufficio è pieno di gente. A guardare queste belle mani che fanno il pane coi semini come piace a me.
Roberto Matteucci says
Buon lavoro amore mio!
Siro says
Che sorpresa! grazie, a dopo 😀
Cecilia Santini says
Beh anche io oggi ti leggo dall’ufficio. E capisco, come capisco!! Ps: La foto, che avevo già visto su IM, è bellissima, potresti davvero provare a venderla!
Siro says
Mi sa che ci capiamo bene.
mammapiky says
Oh che bello!!! :-))))
Siro says
Il marito che fa il pane o la fuga in ufficio? 😀
firmatocarla says
ma non è che quei mariti lì li vendono da qualche parte? ^_^
Siro says
Non saprei, il mio è un usato di seconda mano 😉
elinor says
Invidia… per mio marito il massimo della collaborazione in cucina è mettere sul fuoco la pentola dell’acqua per la pasta…
Siro says
Io l’ho trovato già così. Addirittura stirava, quando l’ho conosciuto! Io non ho fatto altro che cercare di mantenerlo così e di assecondare le sue spinte verso la cucina casalinga, ad esempio.
Cristina says
Il maritopapà casalingo non ha prezzo, il mio fa la pizza e la pasta fatta in casa, peccato non abitare vicine altrimenti avremmo potuto unire le cucine! 🙂
Siro says
Soprattutto avremmo potuto unire le cantine. LOL
Anonymous says
Il mio non-marito si trasforma in angelo del focolare ogni volta che è necessario, come in queste settimane per esempio che non riesco minimamente ad occuparmi della cucina di casa.
Ma forse quello che mi ha colpito di più del tuo post è il titolo dedicato ai sensi di colpa… Lavorare nel weekend fa nascere sensi di colpa o rompimenti di palle?
ok, mi hai convinto, rompimenti di palle 😉
E.
Siro says
Il punto è un altro: quando sei a casa vorresti andare a lavorare perché i figli ti rompono le palle, quando sei al lavoro vorresti tornare a casa perché ti rompono le palle e ti chiedi chi te lo fa fare a sottrarre tempo ai figli per lavorare per du’ lire e farti rompere le palle. Poi torni a casa e il ciclo ricomincia 😀