Care Bimbe,
lo sapete cos’è un’istantanea? Probabilmente no, o forse sì, se quando leggerete questo post avrete già trovato la Polaroid che sto conservando per voi. E se siete come la vostra mamma probabilmente avrete già cercato su google (ditemi che c’è ancora google) che cos’è, come si usa, dove reperire delle pellicole per farla funzionare.
Nel momento in cui scrivo, marzo 2013, le foto si fanno con fotocamere digitali, e per lo più con il telefonino e, paradosso, fioccano app per ricreare gli effetti delle pellicole.
Comunque, per andare a monte, una istantanea era un tipo di stampa, eseguita mediante una particolare macchina fotografica, attraverso la quale si potevano ottenere fotografie pochi secondi dopo lo scatto (qui), e per “ottenere” si intende in senso fisico: dopo pochi istanti la macchina ti sputava fuori una specie di cartolina, bianca ai bordi e con un quadratino nero. Tu la sventolavi trepidante, attendendo che dal nero affiorasse come per magia la sagoma di ciò che avevi appena immortalato. Nelle normali macchine fotografiche invece, dovevi aspettare di aver finito tutto il rullino (12,24,36 o 72 foto) prima di portarlo dal fotografo, che in genere ti restituiva il malloppo stampato dopo un paio di giorni.
Perché vi sto dicendo tutto questo?
Per cultura generale naturalmente.
E perché state crescendo a vista d’occhio, bambine mie. Sento l’esigenza di fermare alcuni attimi, alcune vostre “essenze”, perché siete in crescita, in evoluzione continua. Magari rileggendo le vostre istantanee fra qualche anno direte “guarda, già si vedeva in nuce il mio carattere”, oppure vi stupirete di quanto eravate diverse da piccole.
Chissà.
Tutto cambia, velocemente.
Da oggi, ogni boh, qualche #istantanea qua e là.
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