Caro Babbo, anzi babbone,
Ciaaaaaaaaaao!
Questa è già la seconda volta che festeggiamo la festa del papà. Che poi io mica lo sapevo cosa vuol dire festa del papà, ma poi la mamma mi ha detto che papà è come dire babbo. E poi mi ha detto anche che me l’aveva detto anche l’anno scorso, ma io ero piccola, cosa vuoi che mi ricordi!
Adesso invece sono grande, ho già 20 mesi e io e te ci divertiamo un sacco insieme. Perché facciamo tante cose! Mi porti al parco, sull’altalena, sullo scilolololo, sul cahallo. E poi mi porti a fare la spesa nel cahello. E poi a vedere i piccioni. E i lioni di pietra. E i teeeni che fanno ciuf ciuf. E poi facciamo insieme la doccia e anche la babba.
E lo so che ti faccio arrabbiare perché ogni tanto faccio i capricci, ma anche tu hai avuto quasi due anni, te lo ricorderai che età difficile è questa! Sarà questa che chiamano adolescenza?
Però io lo stesso ti volevo dire ancora baaaaAAAAAAAaaaavo, perché adesso che la mamma c’ha quella panciona grossa lì e tutti mi stanno sempre dietro a dire “e stai attenta alla pancia di mamma, e non sei contenta della pancia di mamma, e la mamma è stanca, e lascia stare la mamma”, beh, adesso non sei solo un bravo babbo, ma sei pure un po’ una brava mamma (ma non dirlo alla mamma che poi è gelosa).
Che disdetta, solo due feste da soli io e te, ché l’anno prossimo già ci sarà quella dentro alla pancia di mamma che vorrà farsi la babba con noi. Quindi lascia che ancora per un po’ ti abbracci forte e ti tenga stretta la faccia mentre ti dico belllllo belllllllllo belllllllllo e ti do un bicio e poi ancoha e ancoha.
Perché io fra un po’ non sarò più la tua unica figlia, ma tu rimarrai sempre il mio unico, grande, bellissimo, babbone.
La tua Alice (posso firmarmi ancora Puccia o sono già troppo grande?)
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