Cara Alice,
oggi hai 2 anni e circa 8 mesi.
Hai i capelli a turacciolo, di un bel castano coi riflessi rossi, non te li abbiamo ancora mai tagliati.
Hai occhi nocciola grandissimi, e hai spesso uno sguardo serio, quasi adulto, che contrasta col tuo visino da bambola di biscuit.
A casa sei una bimba molto vivace e molto testarda, e ti impunti che le cose vadano fatte a modo tuo. Se dici che la mamma deve aprire la porta e per sbaglio la apre il babbo, bisogna rifare tutto da capo, tornare indietro, chiudere la porta, e farla aprire alla mamma. Solo così l’ordine e l’equilibrio mondiale saranno salvaguardati. Portandoti al nido ho scoperto altri lati del tuo carattere, ad esempio non mi ero mai accorta che tu fossi timida, invece questo mi dicono di te le tue maestre.
Quando ti vengo a prendere mi piace stare qualche momento a guardarti, rubare qualche attimo di quella vita di cui non faccio parte, vedere cosa stai facendo, come stai giocando. La maggior parte delle volte sei in disparte, con qualche bambola e qualche libro e parli parli parli, racconti, gesticoli, al tuo pubblico muto. Poi mi vedi, ti scosti i riccioli dagli occhi e mi corri incontro saltandomi in braccio, illuminandoti tutta di un sorriso che tutti i giorni mi riempie il cuore d’amore.
Non hai mai voluto il ciuccio, solo ora che vai all’asilo e vedi gli altri bimbi lo vuoi anche tu. Non hai mai avuto nemmeno un oggetto transazionale, anche se io ti ho messo vicino fin dalla culla all’ospedale Leo Leonzio, ma tu non l’hai mai considerato più di tanto. Forse per quello ora per te praticamente TUTTO è un oggetto transazionale. In qualsiasi spostamento di luogo tu devi portarti dietro qualcosa: se vai all’asilo devi portarti qualcosa di casa, quando torni dall’asilo ti porti a casa tutti i giorni un gioco, se sei stata dalla nonna ti devi portare via una bambola. La notte vuoi sempre dormire abbracciata all’ultimo libro che abbiamo letto.
Eccoti una bella foto di famiglia
Da sinistra: Giorgia, Biba, Cladua (Claudia), Rosa, Rosy. Al centro la piccola Emily (Terza). |
Qui manca Bambolotto, alias Annabello, ma lo puoi vedere nella foto all’inizio.
Parli molto bene per la tua età, e dimostri già un certo senso dell’umorismo (un umorismo strano, come la mamma).
Ti piace: i bustel (wurstel), i passatelli, Peppa Pig, Ponyo sulla scogliera, le costruzioni, i libri, ballare, Pepita di Maiorca, le gelatine Bonelle, l’altalena, lo scivolo, le carote, la maestra Sabrina, fare la doccia col babbo, i lupi. Comincia anche a piacerti tua sorella, grande traguardo.
Non ti piace: l’insalata (tranquilla, a me ha cominciato a piacere verso i 20 anni), i no, le ciabatte.
elinor says
Ciao Siro, ma che bella la tua Alice!
Leggendoti mi consolo:allora è comune ‘sta cosa che se non fai le cose come dicono loro tocca disfare e rifare tutto da capo!
Noi poi abbiamo grossi problemi con i capelli. La mia piccola selvaggia non vuole saperne di farsi pettinare, figuriamoci di tagliarli! Solo che ora sono davvero troppo lunghi e toccherà a me tagliarli mentre dorme.
Mi piace molto la tua idea di scrivere una sorta di ritratto psicologico dei figli, “fotografati” a varie età.
Lo farò anche io per la mia bimba che tra poco compie tre anni, così da grande lo leggeremo insieme.
Siro says
Ciao Elinor. Sì Alice ha queste fisse tremende, il problema è che cambia anche rapidamente idea, tipo stamattina per mettersi i calzini: me li mette la mamma, arriva la mamma e il babbo va in bagno, no voglio il babbo, va via la mamma il babbo si scapicolla ancora col pantalone calato e la mamma va dall’altra figlia che reclama il latte, no voglio la mamma. Andrebbe avanti così per ore. Io pensavo di tagliarle i capelli prima dell’estate, magari prima la porto con me dalla parrucchiera un paio di volte, così si invoglia (#crediamoci).
Il ritratto psicologico mi nasce dalla necessità. A sentire mia madre io ero una bambina buonissima, simpaticissima, tranquillissima, mai fatto un capriccio. Chi mi conosce, adesso sta ridendo. Ecco, io non ci credo ma proprio per niente.
Gli anni cancellano i ricordi, li addolciscono, li epurano. I bambini crescono, cambiano, anche nel carattere (e vivaddio). Etichettarli e rinchiuderli in una stereotipia non va bene, dobbiamo lasciarli liberi di cambiare. Però io voglio anche ricordare questi bracci di ferro la mattina coi calzini. Cioè spero di dimenticarli presto e poi rileggere fra anni e dire “Mo! Ti ricordi quando la mattina…?”
Mariangela Elena says
Le ciabatte le odio anche io. Da sempre. (PS, sono Mariella)
Siro says
Santo Mercurio Mari, hai più identità che paia di scarpe ormai.
Però dai, c’ha 2 anni e spiccioli, mica mi può addurre che le ciabatte sono antisesso eh. Almeno, lo spero ardentemente.