Venerdì e sabato scorso sono stata a un corso (e già ho fatto la rima). Sono partita la mattina presto col treno dei pendolari e mi sembrava ieri, mica più di dieci anni fa, che lo prendevo il lunedì mattina per andare nel mio appartamento da studentessa fuorisede a Bologna.Quando sono scesa alla stazione l'emozione mi è partita dallo stomaco, mi ha attraversato i polmoni mozzandomi il respiro e poi è salita alla testa, infiammandomi le gote e inumidendomi gli occhi.Talmente tanto, che ho fatto gli 800 metri che mi separavano dall'aula scattando convulsamente foto sfuocate, come una e poi?
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Che il benvenuto tu sia: la nascita di Riccardo
Sabato, 12 giugno 2010ore 5.30: mi sveglio per andare in bagno a fare l’ennesima pipì, tutto ok e poi cosa vuoi che succeda? Mancano più di tre settimane al giorno X! Torno a letto e cerco di riprendere sonno il prima possibile e all’improvviso sento un "pac", come un palloncino che scoppia, mi sembra di farmi la pipì addosso (sono diventata incontinente? Beh con il mega pancione che mi ritrovo, può essere!).Mi alzo e inizio a perdere fiumi di acqua, vado frettolosamente in bagno, lasciando la scia. Ho decisamente rotto le acque!! Sveglio mio marito e gli dico “Amore, ho rotto le e poi?
Sia che pensi di farcela che di non farcela, probabilmente hai ragione.
Comincio sempre pensando questa volta non ce la faccio, poi...Pensavo di non riuscire a passare persino l'esame di quinta elementare, eppure.Pensavo di non riuscire a passare l'esame di terza media, la maturità, la patente, l'esame di ammissione all'università.Ho pensato "questa volta non ce la faccio" tutte le volte, la notte prima di ogni singolo esame all'università. Ho pensato seriamente di non riuscire a scrivere la tesi, e il giorno della laurea ho pensato di non presentarmi neppure. Poi ho avuto l'ardire di iscrivermi pure al master.Pensavo non mi prendessero mai per quel lavoro, e e poi?
Mi organizzo.
Devo riorganizzarmi da capo.La mia casa sembra esplosa.Il lavoro si accumula e sono sconcentrata.Voglio più tempo per me.Vorrei giocare con le bimbe serena, e non con il pensiero costante a tutte le cose che dovrei fare e non ho ancora fatto.Normalmente mi alzo alle 7. Per le 7.30 Alice è giù fuori casa con il babbo, per le 8 Dalia dorme. A questo punto io mi preparo e vado in ufficio oppure mi siedo nel mio studio e controllo posta e social network vari, poi comincio a lavorare. Quando Dalia si sveglia la porto dalla nonna. A mezzogiorno interrompo, le do da mangiare, mangio io e poi la e poi?
Semplice.
[sém-pli-ce]SIGN Facile; composto da un solo elemento; sobrio, modesto; erba medicinaledal latino: [simplex], composto dalla radice [sem-] uno solo e da quella di [plectere] piegare. Piegato una sola volta.Nemmeno a dirlo, non si tratta di una parola difficile. È uno dei primi concetti che si impara ad esprimere in una lingua, e vi ricorriamo spessissimo. Ciononostante, l'etimo e le articolazioni del suo significato meritano qualche considerazione.L'etimo ci dice che il semplice non è un origami, piegato mille volte in maniera studiata: invece è qualcosa di piegato una sola volta. Ma e poi?
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